La Carburo di Calcio: Introduzione

La "Carburo di Calcio" di Papigno

Nel 2011, in occasione di una visita guidata agli Impianti idrogeologici della Valnerina (vedere questo articolo) ho avuto l'opportunità di vedere quello che restava dello stabilimento per la produzione del carburo di calcio. Avevo già avuto l'occasione di visitarlo nei primi anni '80, quando la proprietà era ancora della Terni Industrie Chimiche. Già allora era abbandonato e abbastanza fatiscente, ma le strutture ed i capannoni erano ancora saldi.


L'area dello Stabilimento (Google Maps)

A circa tre anni di distanza dall'ultima visita, qualche giorno fa, ripassando davanti alla fabbrica, ho potuto notare lo stato di estremo abbandono in cui versa attualmente.

Apparentemente è tutto chiuso e serrato.

Stavo accompagnando un mio amico di Roma (M.M.), appassionato come me di fotografia, per fargli conoscere gli insediamenti industriali della zona, con l'intenzione di fargli fare qualche scatto intorno al "recinto" dello stabilimento. Vista l'impossibilità di poter entrare avevamo l'intenzione di spostarci, successivamente, ai Campacci di Marmore, per vedere la recente installazione delle Turbine Idrauliche.

La cancellata d'entrata (come è oggi)
Dal "nostro punto di vista", inaspettatamente, abbiamo avuto un colpo di fortuna: siamo riusciti a trovare un'entrata.
Senza saltare muri, cancelli o penetrare in varchi della recinzione. Non dirò qui dove, come e quando perché aggirarsi all'interno dello stabilimento è decisamente pericoloso e non vorrei che qualcun altro, meno esperto ed accorto di noi, decidesse di emularci. I tetti degli edifici sono crollati in diverse punti e, sinceramente, siamo passati in zone che mi hanno fatto veramente paura.
L'esperienza, devo dire, è stata esaltante ed affascinante.
Ciò che ho imparato, ancora una volta, è la senzazione della vacuità della vita. Tutto nasce, vive e poi, inesorabilmente, muore... lo so, è scontato.
Il frutto dell'ingegno umano, del sudore di centinaia di persone ritorna polvere... Il cemento ed il ferro si sbriciolano... La memoria del tempo vacilla.
Crollati anche i tentativi di far rinascere le strutture attraverso il cinema: qui si sono girati film come "La vita è bella" e "Pinocchio" di Roberto Benigni e non so se anche altro...
Le scene dei film giacciono appoggiate ai capannoni fatiscenti cercando, forse, un reciproco sostegno alla propria decadenza.
Tutti i ricordi, quello reale dell'era industriale e quello effimero dell'immagine cinematografia, stanno scomparendo, muorendo insieme, abbracciandosi nella disperazione dell'oblio.
Ciò che racconto con le foto è questo. L'elaborazione è stata fatta con la tecnica dell'HDR per rendere palpabile il senso del degrado. Mi è sembrata la soluzione migliore rispetto, anche, al bianco e nero.


Per altre foto sulla Carburo, potete vedere anche:



Un piccolo promemoria
Lo stabilimento di Papigno fu avviato nel 1901, era il principale impianto della Società Italiana del Carburo di Calcio Acetilene e Altri Gas, costituita a Roma il 2 maggio 1896 e che concentrò in questo impianto la produzione di carburo.
La società costruì nell’area, sempre nel 1911, una centrale, nella quale fece convergere tutte le concessioni idriche della società. L’energia non utilizzata nei processi elettrochimici veniva venduta. I fondatori della SICCAG (come riportato: Società Italiana del Carburo di Calcio Acetilene e altri Gas), l’ingegner Fausto Morani e il cavalier Carlo Michela, venivano dalla esperienza di una fabbrica per applicazioni del gas.
Il carburo di calcio era una sostanza chimica largamente impiegata nel campo della illuminazione, pubblica e privata, a mezzo di gas acetilene. Lo stabilimento di Papigno godeva di due principali punti di forza: la disponibilità di energia elettrica derivata dai fiumi Nera e Velino e il calcare estratto dal monte S. Angelo, immediatamente adiacente ai suoi edifici.

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